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Resilienza organizzativa: quali sono i vantaggi, come promuoverla e svilupparla in azienda

Il termine “resilienza”, ormai diffuso e molto inflazionato, spesso utilizzato impropriamente, può essere declinato in molti contesti. In ambito aziendale, la resilienza organizzativa rappresenta una risorsa fondamentale, che consente alle organizzazioni di non farsi piegare dagli imprevisti e risollevarsi dai periodi di crisi.

Vediamo nel dettaglio cos’è questa soft skill così importante, come si applica in ambito organizzativo, come promuoverla in azienda e come ognuno di noi può allenarla:

Cos’è la resilienza?

Il termine “resilienza” deriva dal vocabolo latino “resilire”, composto da “re” + “salire” (saltare), nell’accezione di “rimbalzare indietro”.

Questa parola trova applicazione frequente in tre particolari settori:

  1. Fisica meccanica: per indicare la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi
  2. Psicologia: per descrivere la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà
  3. Ecologia: per definire la velocità con cui una comunità biotica riesce a ripristinare la sua stabilità in seguito a perturbazioni

A livello più generale, il termine indica la capacità di rispondere a un evento traumatico e di riuscire a rialzarsi dopo un momento di difficoltà e squilibrio, ovvero la capacità di ridisegnare la relazione con il contesto dopo un forte cambiamento.

In sostanza, si tratta di saper guardare con occhi diversi ai traumi, trasformandoli da elemento negativo a opportunità per ottenere un’evoluzione positiva.

Cos’è la resilienza organizzativa?

Applicato all’ambito aziendale, il termine “resilienza” si utilizza per indicare la capacità di un’organizzazione di anticipare il cambiamento, di prepararsi ad accogliere o ad affrontare un inconveniente improvviso, con l’obiettivo di restare in vita e continuare a prosperare anziché soccombere.

Sicuramente la lunga fase pandemica appena trascorsa ha insegnato molto alle aziende circa l’importanza della resilienza organizzativa.

In un contesto così instabile, soprattutto sul fronte economico, in cui gli eventi traumatici sono all’ordine del giorno, la scelta di sviluppare un modello di business resiliente e di reclutare collaboratori che possiedano questa soft skill, diventa irrinunciabile.

Vantaggi della resilienza in azienda

Ecco in sintesi i vantaggi principali che si possono trarre dalla promozione della resilienza organizzativa:

  • Adattabilità strategica 

La resilienza in azienda aiuta a gestire con successo circostanze variabili, trovando soluzioni appropriate in qualsiasi contesto, con l’obiettivo di tenere vivo il business anche in presenza di situazioni di crisi.

  • Forza della governance

La resilienza rafforza la governance, diffondendo una cultura aziendale che affonda le sue radici nei concetti di fiducia, trasparenza e innovazione e offrendo la possibilità di trovare soluzioni adatte alle sfide presenti e future, senza snaturare i valori propri dell’organizzazione.

  • Incremento della produttività

La resilienza implica anche una maggior fiducia, non solo in se stessi e nelle proprie capacità adattive, ma anche nei confronti dell’organizzazione. Questo si traduce in una maggior motivazione e di conseguenza in un aumento della produttività.

  • Flessibilità della leadership 

Attraverso la resilienza, le organizzazioni sono in grado di affrontare i rischi con sicurezza e di rispondere rapidamente, in modo appropriato, a tutti i tipi di situazioni. Questo porta anche a migliorare le capacità della leadership aziendale e, di conseguenza a un miglior funzionamento di tutto il team.

  • Benessere organizzativo

Un’organizzazione resiliente è un’azienda evoluta, che non si limita alla mera gestione del rischio, ma punta a raggiungere una visione olistica del successo aziendale e a favorire il benessere organizzativo, integrando qualità del lavoro e qualità della vita.

Come promuovere la resilienza organizzativa

Il primo passo, tanto in ambito personale quanto in quello professionale, è sempre la consapevolezza.

L’azienda deve prendere consapevolezza di sé, dei propri punti di forza e di debolezza, dei propri valori, della direzione da seguire in condizioni di normalità e nelle situazioni contingenti.

La vision aziendale, se messa a fuoco e promossa internamente, può rivelarsi un faro nei momenti bui, una guida per continuare a procedere verso i propri obiettivi ridisegnando il percorso in funzione delle necessità.

Il secondo passo è sicuramente il coinvolgimento delle persone: generare una maggiore consapevolezza nel capitale umano è sicuramente imprescindibile per riuscire ad affrontare i cambiamenti organizzativi e le sfide poste ogni giorno dal mercato economico globale.

La terza fase è un indispensabile cambio di prospettiva, che sposti l’azienda da una logica company-centric a una customer-centric: il cliente deve diventare il punto di riferimento centrale e deve essere conosciuto in tutte le sue sfaccettature, per poter affrontare eventuali crisi senza perdere il proprio focus.

A tal proposito, lo studioso indiano-americano Ranjay Gulati, attualmente professore di economia e amministrazione aziendale presso la Harvard Business School, individua 5 leve da considerare per promuovere la resilienza come aspetto essenziale della cultura aziendale:

  1. Coordinamento tra le diverse parti dell’azienda, favorito da uno scambio fluido e continuo di informazioni, compiti e attività.
  2. Cooperazione tra la direzione aziendale e i dipendenti, al fine di individuare e perseguire un fine condiviso.
  3. Condivisione di una direzione, che dovrebbe sempre andare verso una risoluzione dei problemi del cliente.
  4. Competenza relativa ai servizi e ai prodotti promossi, ma anche volta allo sviluppo di soft skills e alla promozione di uno scambio di idee e punti di vista.
  5. Connessione con l’esterno, intesa come sviluppo di una fitta rete di relazioni, con clienti e altri soggetti esterni, per poter accogliere e gestire dinamicamente gli imprevisti in sinergia.

5 consigli pratici per costruire un’azienda resiliente

Ecco 5 suggerimenti da mettere subito in pratica per costruire una resilienza organizzativa solida ed efficace:

  1. Scegliere un approccio dinamico

Occorre neutralizzare le rigidità e potenziare la flessibilità organizzativa, per non restare intrappolati in schemi monolitici che non consentono di accogliere il cambiamento e adeguarsi a nuove impellenti necessità dettate dalla contingenza.

  1. Scegliere i collaboratori giusti

Sicuramente per incrementare la resilienza organizzativa è necessario puntare su collaboratori in grado di influire positivamente sul business e di essere altrettanto flessibili.

Per attrarre le risorse giuste occorre promuovere l’azienda nel modo corretto, facendo employer branding e dichiarando la resilienza organizzativa tra i valori fondamentali che la caratterizzano.

  1. Riprogettare il lavoro dalle basi

Il mondo del lavoro è cambiato, nelle modalità, nei rapporti, nei trend.

Questo impone di rivedere alcuni aspetti fondamentali, per consentire ai dipendenti di essere più resilienti e incrementare così anche la resilienza aziendale.

Sarà quindi necessario mettere in atto azioni concrete per migliorare la comunicazione tra dipendenti, promuovere la trasparenza, la comprensione, la cooperazione e il supporto (necessari anche in modalità virtuale).

  1. Adottare un approccio ibrido

Scegliere un approccio ibrido e offrire ai dipendenti la possibilità in lavorare in smart working alimenta i presupposti di fiducia reciproca tra gli organi direttivi e i dipendenti, abbatte gli schemi fissi e aiuta a incrementare la motivazione e la produttività.

  1. Adottare modelli agili

Per raggiungere un buon livello di resilienza organizzativa è fondamentale l’applicazione di modelli agili e flessibili, non solo operativamente, ma anche a livello di gestione delle risorse umane.

Sarebbe utile rivedere i modelli operativi esistenti, per creare piccoli team di lavoro autonomi con obiettivi specifici.

Naturalmente, per progettare tali modelli operativi, adatti ad affrontare nuovi scenari, sarà necessario rivedere anche le competenze dei propri collaboratori. Questa sarà la nuova sfida per i responsabili HR delle aziende che aspirano a seguire un paradigma più resiliente.

5 consigli per allenare la resilienza in ambito lavorativo

Ma come può ognuno di noi, nel suo piccolo, contribuire a un potenziamento del livello di resilienza in azienda?

Innanzitutto occorre mettere in chiaro che la resilienza applicata al lavoro porta vantaggi anche al singolo, non solo all’organizzazione.

Si tratta infatti di una risorsa che aiuta a prevenire lo stress e il fenomeno del burnout (l’esaurimento nervoso causato da ritmi troppo frenetici, da ambienti di lavoro troppo competitivi e dalla necessità di soddisfare standard lavorativi sempre più elevati).

Ma la resilienza può essere anche un ottimo alleato anche nella ricerca del lavoro, generando nel candidato elasticità e apertura verso nuovi orizzonti professionali.

Veniamo ai consigli pratici per allenare la resilienza, sia in ambito personale che professionale:

  1. Imparare dagli errori

Errare è umano. Sicuramente genera delusione e rabbia, ma fa parte del processo di crescita.

Una volta riassorbite le prime reazioni emotive, è importante analizzare l’accaduto per migliorarsi e non ripetere gli stessi errori.

  1. Perseguire il work-life balance

L’equilibrio tra lavoro e vita privata è importantissimo, aiuta a gestire meglio le energie e le preoccupazioni e a ridimensionare le situazioni critiche.

È importantissimo anche imparare a prendersi cura di se stessi e della propria salute per alleggerire il peso delle tensioni psico-fisiche.

  1. Non esagerare con l’autocritica

Per essere resilienti occorre anche essere gentili e accoglienti con se stessi, prendere consapevolezza delle proprie emozioni per governare le reazioni alle diverse circostanze della vita.

  1. Costruire una rete di supporto

Chiedere e ricevere ascolto aiuta sicuramente a relativizzare le pressioni e le difficoltà: attraverso il confronto con amici, familiari, partner aiuta a vedere tutto in modo più oggettivo.

  1. Continuare il viaggio

Il viaggio verso la resilienza non finisce mai!

Il mantenimento dell’equilibrio richiede una ricerca costante e il contesto che abbiamo intorno è mutevole e impone una revisione continua dei propri obiettivi, delle competenze da acquisire, del livello di intelligenza emotiva che adottiamo per affrontare le situazioni.


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